/ A Carrot is as close as a Rabbit gets to a Diamond
/ La Mostra

L’evento si è svolto presso il laboratorio Radici nel centro della città dell’Aquila, curato da me con l’aiuto di Elena Cilli. Avendo uno spazio espositivo limitato abbiamo optato per concentrare le opere in un’unica stanza, la mostra non aveva un tema cardine , piuttosto ci siamo concentrati sull’individualità poetica degli artisti, favorendo il linguaggio personale di ogniuno, utilizzando l’escamotage semantico della biodiversità come collante. Il titolo, omonimo di un album di Captain Beefheart, è stata la giusta rappresentazione di quella che poi è diventata l’esposizione, tre parole che apparentemente formano una frase senza senso logico, ma una volta entrati nello spazio ognuna delle tre parti viveva di vita autonoma, offrendo varietà concettuali a pochi passi di distanza tra un’opera e l’altra.

The event took place at the Radici laboratory in the center of the city of L'Aquila, curated by me with the help of Elena Cilli. Having a limited exhibition space we opted to concentrate the works in a single room, the exhibition did not have a key theme, rather we focused on the poetic individuality of the artists, favoring each one's personal language, using the semantic ploy of biodiversity as glue. The title, homonymous of a Captain Beefheart album, was the right representation of what then became the exposition, three words that apparently form a sentence without logical sense, but once they entered the space each of the three parts lived with life autonomous, offering conceptual variety just a few steps away from one work to another.

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/ Gli Artisti

Oltre a me che ho curato l’evento e presentato il Quadro ‘Kuka’ di cui potrete trovare maggiori informazioni nella pagina dedicata, alla mostra erano presenti le opere di:

Elena Cilli con ‘Un bellissimo campo di graminacee’ un’installazione di cinque metri quadrati, in cui l’artista si interroga dell’identificazione dell’approccio umano nel contesto naturale, l’installazione era composta da centinaia di steli di graminacee che sono stati prima scomposti uno ad uno e poi ricomposti utilizzando la colla a caldo di colore fucsia, colore che nella poetica dell’artista riconduce alla manipolazione umana.

Antonello Forese con ‘Portami a vedere la vita che non ho vissuto’ un trittico composto da tele di un metro per settanta centimetri, la forma esplosiva delle immagini composte dall’artista unita alla sua plasticità si fondono in questo quadro la cui presenza risulta quasi dirompente. L’autore ancora una volta utilizza se stesso come soggetto dell’immagine, ma accompagna l’atto raffigurato con tanti piccoli dettagli, che vanno a formare tante varietà concettuali diramandosi in maniera capillare, utilizzando una simbologia che sfocia a tratti nel misticismo.

In addition to me who curated the event and presented the painting 'Kuka' of which you can find more information on the dedicated page, the exhibition also featured the works of:

Elena Cilli with 'A beautiful field of grasses' an installation of five square meters, in which the artist questions the identification of the human approach in the natural context, the installation was composed of hundreds of stems of grasses that have been first broken down one by one and then reassembled using fuchsia hot glue, a color that in the artist's poetics leads back to human manipulation.

Antonello Forese with 'Take me to see the life I have not lived' a triptych made up of canvases measuring one meter by seventy centimeters, the explosive form of the images composed by the artist combined with his plasticity merge into this painting whose presence is almost disruptive . The author once again uses himself as the subject of the image, but accompanies the act depicted with many small details, which form many conceptual varieties branching out in a capillary manner, using a symbology that at times leads to mysticism.

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